Il 30esimo anniversario dell’uccisione di Libero Grassi. “Rilanciare l’impegno antiracket”

A trent’anni dall’assassinio di Libero Grassi ricordiamo ancora una volta il coraggio e l’amore per la libertà e la dignità che portò un imprenditore siciliano, a Palermo, a dire no al pizzo, alla corruzione e alla mafia, con coraggio e determinazione. Un ricordo non sterile o solo vagamente celebrativo, bensì un rinnovato impegno a continuare a dire no alla mafia e ad aiutare quanti decidono di liberarsi, in sicurezza, dalla morsa criminale del ricatto estorsivo. 

Il sacrificio di Libero Grassi non fu inutile perché da quella tragica mattina del 29 agosto del 1991 è nato un movimento antiracket che ha cambiato il corso della lotta alla mafia attraverso la nascita di numerose associazioni antiracket prima in Sicilia e in Puglia e poi in tutta Italia. 

“In questi trent’anni sono cambiate molte cose, anche le strategie criminali di penetrazione nel tessuto economico del nostro Paese che, con la pandemia, si sono rafforzare e diffuse ancora di più. – Ha dichiarato Luigi Cuomo presidente nazionale di SOS IMPRESA Rete per la Legalità Aps – Sull’esempio di Libero Grassi oggi è necessario rilanciare, con coraggio e determinazione, un rinnovato no al racket, alla corruzione e alle varie mafie puntando principalmente sull’unità e sul rinnovamento del movimento antiracket in tutta Italia.”

“La scelta di Libero Grassi di pubblicare il 10 gennaio del 1991 sul Giornale di Sicilia la lettera con la quale si rivolse direttamente ai suoi estortori, dichiara Giuseppe Scandurra vice presidente nazionale di SOS Impresa RplL, ancora oggi è da monito per quanti subiscono passivamente la sottomissione mafiosa senza ribellarsi o collaborare con le forze dell’ordine e la magistratura che, con il contributo della collaborazione delle vittime, possono arginare ancora più efficacemente l’arroganza e la violenza estorsiva delle famiglie mafiose, liberando pezzi importanti di economia dal condizionamento e dalla infiltrazione criminale.”

Arresti per estorsione a Montalbano Elicona, Scandurra: “Grazie a Carabinieri e Magistratura. Ancora una volta fondamentali le denunce delle vittime”.

“Gli arresti per estorsione eseguiti all’alba di oggi dai Carabinieri nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di aver posto in essere reiterate minacce di morte ed aggressioni in danno di alcuni proprietari di terreni di Montalbano Elicona, è un ennesimo importante segnale della presenza costante dello Stato sul territorio messinese e nebroideo”, commenta il vice presidente nazionale di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, Giuseppe Scandurra.

“Il nostro ringraziamento va alle Forze dell’Ordine, nello specifico ai Militari dell’Arma dei Carabinieri, ed agli organi giudiziari di Barcellona Pozzo di Gotto. Ancora una volta – conclude Scandurra – si ribadisce il valore fondamentale delle denunce delle vittime. Sos Impresa – Rete per la legalità, attraverso il proprio coordinamento regionale, sarà come sempre al fianco di queste vittime così come di tutti coloro i quali con la denuncia hanno contribuito nel passato e contribuiscono ogni giorno in maniera decisiva affinché si ponga fine a intimidazioni e vessazioni ai danni di persone e lavoratori onesti”.

Giornate dell’antiracket, venerdì 9 a Milazzo e sabato 10 luglio a Belpasso, con il Prefetto Giovanna Cagliostro

Due appuntamenti di grande valenza nell’ottica dell’impegno antiracket e antiusura sul territorio siciliano, sono in programma per venerdì 9 e sabato 10 luglio rispettivamente a Milazzo e Belpasso, con la presenza di importanti e autorevoli rappresentanti del mondo istituzionale, della magistratura e delle forze dell’ordine. Presente il Prefetto Giovanna Cagliostro, Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura.

Il primo evento si terrà a partire dalla 18:30 di venerdì 9 luglio al Porto di Milazzo, ospitato sulla motonave “Rete per la Legalità” di Francesco Salomone, l’imprenditore milazzese che nel 2014 subì l’incendio della propria imbarcazione e denunciò i suoi estortori. Al forum dal titolo “Il tutoraggio delle vittime di racket e usura, nuovi strumenti di aiuto e di aumento delle denunce”, saranno presenti per i saluti istituzionali il Prefetto di Messina, Cosima Di Stani, il sindaco Giuseppe Midili, il presidente dell’associazione antiracket di Milazzo, Francesco Arcadi e Giuseppe Foti, presidente del coordinamento regionale “Rete per la legalità Sicilia”. Tra gli interventi quelli di Luigi Cuomo, presidente nazionale “Sos impresa – Rete per la legalità”, Lino Busà, direttore centro studi “Te.Mi. per la Legalità”, Fausto Amato, responsabile dell’ufficio legale di Sos Impresa e di Francesco Salomone. Concluderanno i lavori, moderati da Giuseppe Scandurra, vice presidente vicario nazionale di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, Emanuele Crescenti, Procuratore della Repubblica di Barcellona, Maurizio De Lucia, Procuratore Distrettuale Antimafia di Messina e il Prefetto Giovanna Cagliostro.

Il secondo appuntamento è previsto per la mattina di sabato 10 luglio a Belpasso, dalle ore 10:30, presso l’azienda dolciaria della famiglia Condorelli. All’imprenditore Giuseppe Condorelli anch’egli protagonista di una coraggiosa denuncia contro il racket delle estorsioni, verrà conferita la targa di socio onorario di “Sos impresa – Rete per la legalità”. Riconoscimento di socio onorario che nel passato era già stato assegnato anche al giornalista Paolo Borrometi ed all’ex Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.
   All’incontro presso l’azienda catanese, insieme al Prefetto Cagliostro, ci saranno altre importanti presenze tra cui, il Generale Rosario Castello, Comandante della Legione Carabinieri Sicilia e del Prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi. Parteciperanno quindi Luigi Cuomo, Giuseppe Scandurra e Lino Busà e Rosario Colombrita, presidente dell’associazione antiracket di Sant’Agata Li Battiati.

“Saranno due giornate molto significative, non solo per l’alto valore delle personalità presenti, ma anche per le location scelte appositamente, per ribadire il concetto di vicinanza del movimento antiracket e soprattutto dello Stato nei confronti di quegli imprenditori che hanno avuto la forza di denunciare”, commenta il vice presidente nazionale di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, Giuseppe Scandurra.

“Sia Francesco Salomone, che grazie al supporto concreto dello Stato ha potuto far ripartire la propria attività, sia Giuseppe Condorelli, sono due esempi di persone che non si sono lasciate piegare dalle intimidazioni della criminalità ma hanno mantenuto la schiena dritta. A loro e a tutti gli altri imprenditori onesti e coraggiosi – conclude Scandurra –  il movimento antiracket e antiusura sarà sempre a fianco”.

Operazione Predator, la solidarietà di Rete per la legalità ai vivaisti di Mazzarrà

Il vice presidente nazionale Pippo Scandurra ed il coordinamento regionale di “Sos Impresa – Rete per la Legalità Sicilia” esprimono solidarietà ai vivaisti del comprensorio di Mazzarrà Sant’Andrea, ai cui danni sono emerse vessazioni e ripetuti furti perpetrati dal gruppo sgominato stamani con l’operazione “Predator”, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona e coordinati dalla locale Procura della Repubblica.

“Anche in questo caso – dichiara Pippo Scandurra – è stato decisivo il coraggio degli imprenditori che, stanchi dei furti all’interno delle proprie aziende, hanno avuto la forza di denunciare, trovando la pronta risposta delle forze dell’ordine e della magistratura, cui vanno i ringraziamenti per l’azione tempestiva ed efficace. Rete per la legalità Sicilia, esprimendo dunque vicinanza agli imprenditori, ribadisce la propria presenza a loro fianco”.

Processo Alastra, accolte le costituzioni di parte civile di Rete per la legalità Sicilia e Acis

“Apprendiamo con soddisfazione dell’accoglimento delle costituzioni di parte civile di Rete per la Legalità Sicilia e dell’Acis di Sant’Agata di Militello, nel del processo Alastra”, lo afferma il vice presidente nazionale di Sos Impresa – Rete per la legalità Pippo Scandurra. “Il sacrificio coraggioso della denuncia fatto dagli imprenditori è determinante per scardinare definitivamente il sistema imposto sui territori dalla criminalità organizzata – continua Scandurra – per questo continueremo ad essere costantemente al fianco di tutte le vittime del racket delle estorsioni e dell’usura”.

Questa mattina all’udienza preliminare celebrata al Tribunale di Palermo il Gup ha accolto le 19 richieste di costituzione di parte civile già formalizzate nella precedente udienza, tra cui oltre a Sos Impresa – Rete per la legalità Sicilia” e Acis Sant’Agata Di Militello – Nebrodi, rappresentate dall’avvocato Salvatore Mancuso, anche quelle di vari imprenditori parti offese nel procedimento, alcuni dei quali rappresentati dall’avvocato Fausto Amato.

 Il processo Alastra vede a giudizio 13 imputati con le accuse a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata. Per dodici degli imputati che ne avevano fatto richiesta, è stato accordato il rito abbreviato.

Lamorgese all’evento annuale PON Legalità: sicurezza strategica per la crescita del Paese (video)

La sicurezza è un fattore fondamentale e strategico perché incide sulla crescita del Paese. Ne è convinta il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, intervenuta oggi all’evento annuale 2021 del Pon Legalità 2014-2020 sul tema “La sfida italiana ed europea per la crescita sociale ed economica del Paese”, organizzato online con il Corriere della Sera. Tra i partecipanti, anche il capo della Polizia Lamberto Giannini e il vicecapo della Polizia e autorità di gestione del PON Maria Teresa Sempreviva.

L’evento annuale del PON Legalità: “La sfida italiana ed europea per la crescita sociale ed economica del Paese” realizzato in collaborazione con il Corriere della Sera, è stato l’occasione per fare il punto sullo stato di attuazione del Programma Operativo Nazionale in un anno particolarmente difficile per l’Italia a causa della crisi globale provocata dalla pandemia da Covid-19.

L’innovazione tecnologica a supporto dell’attività quotidiana delle Forze di Polizia. Il rapporto fra sicurezza e arte come leva per il risanamento economico e sociale dei territori. Il valore dei progetti di recupero e reinserimento sociale per affermare il modello culturale della legalità presso i minori delle aree svantaggiate. L’impegno straordinario delle Forze di Polizia nel contenimento della pandemia, sostenuto anche dal PON “Legalità” con stanziamenti dedicati.
Fiorenza Sarzanini, Vicedirettore del Corriere della Sera, ha affrontato questi temi con Maria Teresa Sempreviva, Vice Capo della Polizia e Autorità di Gestione del PON Legalità, Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura – MiC, Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza. I lavori sono stati conclusi dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

Nel corso del dibattito sono stati ripercorsi i tratti salienti del Programma Operativo Nazionale che ha come obiettivo principale il rafforzamento delle condizioni di legalità nelle aree più arretrate del Paese. Il PON Legalità, infatti, opera in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, ma in maniera residuale anche sul resto del territorio nazionale per le esigenze legate all’accoglienza dei migranti e per sostenere l’impegno delle Forze di Polizia, dei Vigili del Fuoco e delle Prefetture nel contenimento della pandemia.
Per dare alcuni numeri: il Programma, la cui conclusione è fissata al 31 dicembre 2023, dal 2014 ha assorbito il 97,5% della propria dotazione economica – pari a 692 milioni di euro circa – con 324 progetti finanziati, per un controvalore di 675 milioni di euro
Una dotazione finanziaria che è stata progressivamente integrata nel tempo. A quella iniziale di 380 milioni di euro, dell’ottobre 2015, sono stati infatti aggiunti dapprima 230 milioni di euro nel 2018, per il finanziamento di misure per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti; a seguire ulteriori 30 milioni di euro, ad inizio 2020, a seguito del conferimento di risorse dal PON “Inclusione” del Ministero del Lavoro; l’ultima integrazione è di metà 2020: 50 milioni di euro giunti nell’ambito di una revisione del Programma dovuta all’emergenza Covid – 19.

La crisi globale causata dalla pandemia da Covid-19, ha messo in evidenza la «grande capacità delle organizzazioni criminali di adattarsi alle nuove situazioni» e infiltrare il tessuto economico-sociale, ad esempio ponendosi come un welfare alternativo a quello legale presso le famiglie in difficoltà.

Da questo punto di vista c’è la preoccupazione che i fondi dal Recovery fund siano nelle mire delle mafie, ha osservato il ministro, ricordando che si sta «lavorando intensamente» su questo fronte, come dimostrano le 700 interdittive antimafia adottate dai prefetti nei soli primi 5 mesi del 2021, e l’aumento di questi provvedimenti dai circa 1.500 del 2019 agli oltre 2.200 del 2020.

In questo quadro «c’è l’urgenza che i ristori arrivino immediatamente», fermi restando i controlli di legalità con la possibilità – all’esito degli accertamenti – di intervenire per recuperare le somme, ha ricordato la titolare del Viminale citando i protocolli stretti in questo senso con Sace e Agenzia delle Entrate.

La ripresa dell’Italia dopo la pandemia non può che avvenire in un quadro di legalità, e in quest’ottica si lavora sia attraverso l’organismo di monitoraggio sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale creato nel 2020, sia attraverso i progetti finanziati dal PON Legalità in particolare nel Mezzogiorno, «territorio particolarmente fragile» che richiede interventi specifici.

Il Pon Legalità è infatti, come ha ricordato l’autorità di gestione Sempreviva, uno strumento «che serve a rafforzare le condizioni di sicurezza e legalità nelle aree più svantaggiate del nostro Paese». Si tratta di «un unicum nel panorama comunitario delle politiche di coesione» che l’Italia ha a disposizione per garantire la legalità, «valore primario della nostra democrazia” che, come tale, «non può scontare variabili a seconda del contesto sociale di riferimento».

Rimane fondamentale, ha ribadito il ministro Lamorgese, il «lavoro di squadra» tra Stato, magistratura e Forze di polizia, supportate dal Pon Legalità in particolare nell’implementazione dell’innovazione tecnologica, come ha ricordato il capo della Polizia Lamberto Giannini, spiegando come questo permette alle pattuglie sul territorio di «accedere alle informazioni in tempo reale», con uno scambio costante dei dati con le sale operative «moltiplicando così l’efficacia dei controlli e della prevenzione».FacebookTwitter

Processo Alastra, via all’udienza preliminare. Rete per la legalità Sicilia e Acis parti civili

Si è aperta questa mattina al Tribunale di Palermo l’udienza preliminare a carico di 13 imputati, destinatari della richiesta di rinvio a giudizio nell’abito dell’operazione Alastra con le accuse a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata.

Di fronte al Gup, sono state presentate 19 costituzioni di parti civili tra le quali quelle di “Sos Impresa – Rete per la legalità Sicilia”, Acis Sant’Agata Di Militello – Nebrodi, rappresentate entrambe dall’avvocato Salvatore Mancuso, “Sos Impresa” Palermo, con l’avvocato Maria Luisa Martorana, e alcuni imprenditori parti offese nel procedimento con la rappresentanza degli avvocati Fausto Amato e Angelo Tudisca.

Tra le richieste di costituzione di parte civile anche quelle di numerose associazioni tra cui la palermitana Addio Pizzo ed il comune di Castel Di Lucio. Il Gup ha quindi aggiornato l’udienza al prossimo 10 giugno per esprimersi, oltreché sull’ammissione delle parti civili, anche sulle richieste di riti alternativi avanzate dai legali delle difese.

All’udienza preliminare erano presenti il vice presidente nazionale di “Sos Impresa – Rete per la legalità” Pippo Scandurra, ed il presidente dell’Acis di Sant’Agata Di Militello Giuseppe Foti, coordinatore regionale di Rete per la legalità.

“La costituzione di numerose parti civili è sempre un segnale significativo di presenza sul territorio al fianco delle vittime di racket e usura – ha commentato Scandurra –. L’auspicio importante è che comunque le associazioni siano vive sui territori di appartenenza accompagnando concretamente e fattivamente gli imprenditori nel difficile percorso della denuncia e dell’affrancamento dall’oppressione della criminalità”.

Processo “Alastra”, Sos Impresa – Rete per la legalità e Acis si costituiscono parte civile

Si può considerare senza timore di smentita uno dei più grossi processi per mafia che si celebra negli ultimi anni dal momento, seguito all’arresto di 11 persone ritenute a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento di beni, corruzione, atti persecutori, furto aggravato e danneggiamento da parte di alcuni esponenti della famiglia mafiosa di San Mauro Castelverde. Un processo scaturito dall’ inchiesta “Alastra” , portata a termine dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, le cui indagini sono state seguite dal pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca.

Venerdì 4 giugno, al Tribunale di Palermo, la prima udienza durante la quale a costituirsi parte civile a fianco di 4 vittime saranno il Coordinamento siciliano di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, Soso Impresa Palermo”e l’associazione antiracket “ACIS” di Sant’Agata di Militello. A rappresentarle ci saranno: il vice presidente vicario nazionale di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, Pippo Scandurra, il presidente dell’Acis e coordinatore regionale, Giuseppe Foti; il presidente di “Sos Impresa Palermo”, Matteo Pezzino. A costituirsi parte civile saranno anche alcuni comuni del messinese.

«Le vittime provengono dalla provincia di Messina e di Palermo – afferma Scandurra – ed erano già socie della nostra associazione. Insieme a noi ci saranno tutti i coordinatori provinciali della Sicilia che si costituiranno parte civile attraverso i nostri legali. Quando saranno sentiti come testimoni i nostri imprenditori, riempiremo l’aula del tribunale con la presenza di tutte le nostre 15 associazioni antiracket che fanno parte del Coordinamento siciliano di “Sos Impresa – Rete per la Legalità” a sostegno dei nostri colleghi».

Un importate processo, dicevamo, perché a essere arrestati sono stati i componenti della famiglia Farinella, considerati i cervelli della mafia in Sicilia, il suo braccio economico, padroni di numerosi alberghi in Italia, uno dei più grandi della Sicilia. Una struttura alberghiera nella quale si sono celebrati eventi di una certa importanza, per esempio i matrimoni di noti mafiosi.

È, dunque, una tappa importante, la prima udienza di venerdì 4 giugno, che vedrà le associazioni antiracket che fanno capo al Coordinamento siciliano di “SOS Impresa – Rete per la Legalità” fare fronte comune accanto alle vittime, imprenditori che credono nella possibilità di crescita della Sicilia attraverso un’imprenditoria sana e onesta.

“SOS Impresa – Rete per la Legalità” parteciperà al bando per lo stabile di Riesi confiscato alla mafia

Una data importante, il prossimo 5 luglio, perchè l’associazione “SOS Impresa e Rete per la Legalità” parteciperà al bando per assegnare uno stabile, in via Felice Cavallotti, a Riesi. Bene che, grazie al lavoro dell’Arma dei Carabinieri e della Magistratura, ha portato in carcere capi mandamento e uomini affiliati al clan dei Cammarata. Un bene che oggi, grazie alla DDA, alla DIA e alla Prefettura di Caltanissetta, si trova a disposizione e sotto la custodia del Comune in provincia di Caltanissetta.

Un passo importante, da considerare una tappa in direzione della creazione di una comunità che non debba più avere paura.

«L’aver paura offende la dignità e la memoria di coloro chi oggi ricordiamo onorando la loro morte  – afferma Eugenio Di Francesco, referente provinciale per Enna, Caltanissetta e Agrigento  di “Sos Impresa – Rete per la Legalità” -. Penso a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e gli uomini di scorta, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo,  che abbiamo da poco ricordato in occasione del 29° anniversario della Strage di Capaci, ma anche alle vittime innocenti di mafia riesini. L’aver paura offende e impedisce il futuro delle nuove generazioni. Il 5 luglio parteciperemo a questo bando per far diventare quel sito un bene comune a disposizione di tutti quegli imprenditori liberi e non solo. Qualora non ci saranno partecipanti e non avremo i requisiti, però, nel massimo rispetto delle leggi chiederemo al nostro Sindaco e all’amministrazione comunale l’assegnazione per via diretta».

Un bene, lo stabile di via Felice Cavallotti, che si trova in una strada storicamente chiamata “la carrozza di li murti”. Una strada che porta al cimitero, ma è anche collocato di fronte a una scuola dell’infanzia e di un centro di formazione professionale.

«È la casa che, dal buio della storia, apre le porte alla luce alle nuove generazioni – aggiunge Di Francesco – . Alle 10 di mercoledì 26 maggio, insieme al Presidente Vicario Nazionale di “SOS Impresa e Rete per La Legalita”, Pippo Scandurra, andremo a fare un sopralluogo sul bene, al fine di poter dargli la giusta destinazione.  Mi auguro, però, che questa volta, il bando non vada deserto e che ci sia una gara per tutte le associazioni riesine affinché possiamo dare testimonianza tangibile di una realtà  che vuole cambiare. Basta con il dire “Riesi vuol dire Mafia” perché “Riesi vuol dire vita”. Riesi è piena di lavoratori onesti che vogliono fare commercio e l’imprenditoria credendo al valore della sinergia. Riesi sta cambiando, deve cambiare, lo dobbiamo alle nuove generazioni».

“Sos Impresa” incontra il sottosegretario Sibilia. Intesa per aumento denunce e sostegno imprese

Dopo un incontro organizzato giorni fa da “Sos Impresa – Rete per la legalità” con l’intervento del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il sottosegretario all’Interno con delega all’antiracket ed antiusura Carlo Sibilia ha ricevuto una delegazione di “Sos
Impresa – Rete per la legalità aps” guidata dal presidente nazionale Luigi Cuomo e costituita dal vicepresidente vicario Pippo Scandurra e dai dirigenti nazionali Lino Busà, Fausto Maria Amato, Domenico Capossela e Vincenzo Amoroso.

L’incontro svoltosi in un clima di grande cordialità e intesa ha messo al centro delle riflessioni e delle proposte la necessità di pervenire al più presto ad una nuova ed aggiornata versione dell’accordo quadro sottoscritto nel 2007 su iniziativa del Ministero dell’Interno, dal sistema bancario e dal tutto il mondo delle associazioni datoriali, antiracket e antiusura. Su questi temi e sulla necessità di rafforzare un rapporto virtuoso con Banca d’Italia, ABI e banche nazionali per aiutare le famiglie e il sistema delle imprese, soprattutto dopo l’uragano COVID che ha messo in crisi l’intero sistema economico del nostro Paese, il sottosegretario ha dichiarato di voler esprimere il suo impegno diretto perché è convinto che la parte più preoccupante degli effetti della crisi economica generata dalla pandemia si
manifesterà più pesantemente nei prossimi mesi. Si è inoltre discusso sulla utilità di introdurre, nel sistema di sostegno e solidarietà a favore delle vittime di racket e usura che denunciano, anche un servizio di accompagnamento pubblico di reinserimento
nell’economia legale delle imprese messe in crisi dai condizionamenti mafiosi e criminali.

Il presidente Cuomo, il vice presidente Scandurra l’intera delegazione, si sono detti soddisfatti dell’utile incontro e del livello di intesa e collaborazione instaurato con il sottosegretario al quale sarà consegnata nei prossimi giorni una nota specifica sulle
questioni più urgenti dirette a rafforzare la battaglia affinché aumentino le denunce e crescano le imprese che rientrano nel sistema economico nella piena efficienza e capacità.