Tutto pronto per la due giorni di lavori dell’Assemblea Nazionale del movimento antiracket “SosImpresa – Rete per la Legalità”, in programma venerdì 19 e sabato 20 aprile prossimi a Patti.
Venerdì mattina a partire dalle 10 l’iniziativa presso l’azienda “Gruppo Mammana” di Castel di Lucio. «Ci recheremo presso l’azienda del Gruppo Mammana, per portare solidarietà e vicinanza di tutto il nostro movimento ad un imprenditore che con la sua famiglia si è storicamente contraddistinto per l’impegno antiracket e che proprio di recente ha subito un ennesimo atto intimidatorio. In quell’occasione apporremo le targhe di “Sos Impresa Rete per La legalità” ai mezzi che l’impresa è riuscita a riacquistare, dopo aver subìto precedenti attentati incendiari, proprio grazie al supporto dello Stato», commenta Giuseppe Scandurra, vice presidente nazionale di SosImpresa – Rete per La Legalità.
Nel pomeriggio di venerdì, presso l’Hotel La Playa di Patti, ci sarà invece l’assemblea nazionale delle associazioni. «Ringrazio sentitamente la direzione nazionale che ha voluto che l’assemblea si svolgesse proprio a Patti – prosegue Scandurra – come riconoscimento dell’importante attività svolta sul territorio messinese, testimoniata anche dalle recenti operazioni condotte, con numerosi imprenditori che hanno denunciato i tentativi di condizionamento subìti ad opera della criminalità».
Infine, sabato mattina a partire dalle ore 10, presso la sala comunale di piazza Mario Sciacca, ci sarà il convegno conclusivo cui parteciperanno alti rappresentanti delle Istituzioni, della Magistratura e delle Forze dell’Ordine. «Sarà un’importante opportunità di confronto durante la quale, insieme al Presidente nazionale Luigi Cuomo, presenteremo a S.E. Maria Grazia Nicolò, Commissario Straordinario del Governo per il Coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, le nostre proposte di modifica e miglioramento della normativa antiracket, sulla scorta di oltre trent’anni di esperienza in prima linea al fianco degli imprenditori», conclude Scandurra.
Il 29 agosto 1991 la mafia uccideva a Palermo Libero Grassi, un imprenditore onesto e coraggioso ma soprattutto un Uomo Libero, capace di dire NO all’imposizione del pizzo, fino a pagare con la propria stessa vita la forza ed il coraggio di denunciare apertamente i suoi estorsori.
Oggi, trentadue anni dopo il suo sacrificio, l’esempio di Libero Grassi continua ad essere un punto di riferimento per tutti noi nella battaglia quotidiana sul territorio, a fianco degli imprenditori e di tutte le vittime di racket ed usura, facendo squadra con lo Stato per vincere definitivamente la sfida per il trionfo della libertà e dell’onestà!
SOS Impresa- Rete per la Legalità Aps è l’associazione antiracket e antiusura nata a Palermo all’indomani dell’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi avvenuto nell’Agosto del 1991 grazie ad un gruppo di commercianti coraggiosi che decisero di unirsi per difendersi dal racket delle estorsioni. L’atto costitutivo dell’associazione, che rapidamente da Palermo assunse una identità nazionale, è stato siglato a Roma nel maggio del 1992. L’associazione, pertanto, quest’anno celebra ufficialmente 30 anni di attività.
In 30 anni di storia SOS Impresa ha accompagnato imprenditori, commercianti ed artigiani alla denuncia di estortori ed usurai, ha assistito ed assiste, con principi di gratuità e solidarietà, le vittime nelle aule dei tribunali costituendosi tra l’altro Parte Civile nei processi, promuove, inoltre, diverse iniziative di studio, di promozione e di educazione “all’uso responsabile del denaro, prevalentemente nelle scuole medie inferiori e superiori.
La nostra associazione è riconosciuta dal Ministero dell’Interno, i suoi rappresentanti fanno parte del Comitato di Solidarietà per le vittime di estorsione e usura, detiene relazioni con le forze dell’ordine ai massimi livelli e con le Autorità giudiziarie nelle diverse Procure, è iscritta presso lo speciale albo della Prefettura di Roma e al RUNTS.
In occasione di questo trentennale abbiamo deciso di celebrare questa importante tappa con un evento nazionale che sia al tempo stesso una riflessione aggiornata sui fenomeni criminali legali all’infiltrazione criminale nell’economia e alla libertà d’impresa nel nostro Paese e sulle nuove strategie necessarie per adeguare l’impegno antiracket e antiusura del movimento sia in termini di analisi che di prevenzione e contrasto.
In questa occasione vogliamo anche offrire un riconoscimento agli uomini e alle donne che hanno contribuito a far nascere e crescere l’associazione in questi 30 anni, nonché alle personalità del mondo delle Istituzioni che con il loro operato e la loro vicinanza hanno contribuito alla crescita di tutto il movimento antiracket.
L’incontro si terrà venerdì 21 ottobre a Roma, al Teatro Rossini, in via Santa Chiara 14, con inizio alle ore 10. L’Evento sarà preceduto da un Tour che abbiamo chiamato “Strada Facendo. Il cammino della Legalità” che si avvale del Patrocinio della Regione Lazio, dal 17 al 21 ottobre, toccherà tutte le province del Lazio con una serie di incontri nelle università, nelle scuole, nelle associazioni professionali. Collegato al Tour è previsto il Premio “Giovani Reporter per la Legalità” rivolto agli studenti delle scuole medie superiori.
Concluderà i lavori il Commissario di Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Prefetto Maria Grazia Nicolò.
L’Associazione Acis Antiracket “Sant’Agata Militello – Nebrodi” APS, con il Comune di Sant’Agata Di Militello e l’Ente Parco dei Nebrodi, organizzano una manifestazione in ricordo dei Giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di tutte le vittime di mafia e criminalità.
Il momento commemorativo si svolgerà presso la villa Falcone e Borsellino di Sant’Agata Di Militello dove è collocato il monumento dedicato ai due Giudici, con la manifestazione nella giornata del 23 maggio 2022 che vedrà il raduno dei partecipanti alle ore 11 presso la rotonda di Piazzale Peppino Impastato, punto di partenza di un breve corteo che raggiungerà la vicina villa Falcone e Borsellino.
Quest’anno, vista la ricorrenza del 30° anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio ed in considerazione dell’alleggerimento delle misure adottate a seguito dell’emergenza sanitaria, si è voluto dare un importante e doveroso contesto alla manifestazione con il coinvolgimento delle autorità civili, militari e religiose, delle associazioni locali e della popolazione studentesca santagatese, per sottolineare ancora una volta il forte messaggio di legalità ed il valore del sacrificio di quegli Uomini per una società libera e migliore.
Sono arrivate oggi pesanti condanne, per complessivi oltre 60anni di carcere, nel processo con rito abbreviato al Tribunale di Palermo che vedeva tra gli imputati anche esponenti di spicco della criminalità organizzata palermitana, accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata, scaturito dall’operazione “Alastra”.
Il Gup Ermelinda Marfia ha quindi disposto a carico dei sette imputati condannati anche il risarcimento del danno nei confronti delle parti civili costituite, tra cui l’imprenditore di Castel di Lucio Michelangelo Mammana, affiancato da Rete per la Legalità Sicilia e dall’Acis di Sant’Agata di Militello, anch’esse parti civili nel processo e rappresentate dall’avvocato Salvatore Mancuso. La quantificazione del risarcimento sarà determinata in sede civile.
“Questa è una sentenza che incoraggia ancora una volta gli imprenditori a denunciare”, afferma il vice presidente nazionale di Sos Impresa – Rete per la legalità Pippo Scandurra. “Quasi un anno, dagli arresti al processo alla sentenza, a dimostrare che quando c è la collaborazione degli imprenditori si ottengono risultati importanti e immediati. Alcuni imprenditori che hanno denunciato, come Mammana, fanno ormai parte a pieno titolo della nostra Rete e la loro scelta lì ha resi sempre più forti. Un ennesimo segnale di come il sacrificio coraggioso della denuncia fatto dagli imprenditori è determinante per arginare e sconfiggere la sopraffazione esercitate dalla criminalità organizzata sui territori e sugli imprenditori onesti. Per questo il nostro movimento antiracket ed antiusura – conclude Scandurra – continuerà a rafforzare la propria presenza costante al fianco di tutte le vittime”.
Il vice presidente nazionale Pippo Scandurra ed il coordinamento regionale di “Sos Impresa – Rete per la Legalità Sicilia” esprimono solidarietà ai vivaisti del comprensorio di Mazzarrà Sant’Andrea, ai cui danni sono emerse vessazioni e ripetuti furti perpetrati dal gruppo sgominato stamani con l’operazione “Predator”, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona e coordinati dalla locale Procura della Repubblica.
“Anche in questo caso – dichiara Pippo Scandurra – è stato decisivo il coraggio degli imprenditori che, stanchi dei furti all’interno delle proprie aziende, hanno avuto la forza di denunciare, trovando la pronta risposta delle forze dell’ordine e della magistratura, cui vanno i ringraziamenti per l’azione tempestiva ed efficace. Rete per la legalità Sicilia, esprimendo dunque vicinanza agli imprenditori, ribadisce la propria presenza a loro fianco”.
“Apprendiamo con soddisfazione dell’accoglimento delle costituzioni di parte civile di Rete per la Legalità Sicilia e dell’Acis di Sant’Agata di Militello, nel del processo Alastra”, lo afferma il vice presidente nazionale di Sos Impresa – Rete per la legalità Pippo Scandurra. “Il sacrificio coraggioso della denuncia fatto dagli imprenditori è determinante per scardinare definitivamente il sistema imposto sui territori dalla criminalità organizzata – continua Scandurra – per questo continueremo ad essere costantemente al fianco di tutte le vittime del racket delle estorsioni e dell’usura”.
Questa mattina all’udienza preliminare celebrata al Tribunale di Palermo il Gup ha accolto le 19 richieste di costituzione di parte civile già formalizzate nella precedente udienza, tra cui oltre a Sos Impresa – Rete per la legalità Sicilia” e Acis Sant’Agata Di Militello – Nebrodi, rappresentate dall’avvocato Salvatore Mancuso, anche quelle di vari imprenditori parti offese nel procedimento, alcuni dei quali rappresentati dall’avvocato Fausto Amato.
Il processo Alastra vede a giudizio 13 imputati con le accuse a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata. Per dodici degli imputati che ne avevano fatto richiesta, è stato accordato il rito abbreviato.
La sicurezza è un fattore fondamentale e strategico perché incide sulla crescita del Paese. Ne è convinta il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, intervenuta oggi all’evento annuale 2021 del Pon Legalità 2014-2020 sul tema “La sfida italiana ed europea per la crescita sociale ed economica del Paese”, organizzato online con il Corriere della Sera. Tra i partecipanti, anche il capo della Polizia Lamberto Giannini e il vicecapo della Polizia e autorità di gestione del PON Maria Teresa Sempreviva.
L’evento annuale del PON Legalità: “La sfida italiana ed europea per la crescita sociale ed economica del Paese” realizzato in collaborazione con il Corriere della Sera, è stato l’occasione per fare il punto sullo stato di attuazione del Programma Operativo Nazionale in un anno particolarmente difficile per l’Italia a causa della crisi globale provocata dalla pandemia da Covid-19.
L’innovazione tecnologica a supporto dell’attività quotidiana delle Forze di Polizia. Il rapporto fra sicurezza e arte come leva per il risanamento economico e sociale dei territori. Il valore dei progetti di recupero e reinserimento sociale per affermare il modello culturale della legalità presso i minori delle aree svantaggiate. L’impegno straordinario delle Forze di Polizia nel contenimento della pandemia, sostenuto anche dal PON “Legalità” con stanziamenti dedicati. Fiorenza Sarzanini, Vicedirettore del Corriere della Sera, ha affrontato questi temi con Maria Teresa Sempreviva, Vice Capo della Polizia e Autorità di Gestione del PON Legalità, Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura – MiC, Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza. I lavori sono stati conclusi dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
Nel corso del dibattito sono stati ripercorsi i tratti salienti del Programma Operativo Nazionale che ha come obiettivo principale il rafforzamento delle condizioni di legalità nelle aree più arretrate del Paese. Il PON Legalità, infatti, opera in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, ma in maniera residuale anche sul resto del territorio nazionale per le esigenze legate all’accoglienza dei migranti e per sostenere l’impegno delle Forze di Polizia, dei Vigili del Fuoco e delle Prefetture nel contenimento della pandemia. Per dare alcuni numeri: il Programma, la cui conclusione è fissata al 31 dicembre 2023, dal 2014 ha assorbito il 97,5% della propria dotazione economica – pari a 692 milioni di euro circa – con 324 progetti finanziati, per un controvalore di 675 milioni di euro Una dotazione finanziaria che è stata progressivamente integrata nel tempo. A quella iniziale di 380 milioni di euro, dell’ottobre 2015, sono stati infatti aggiunti dapprima 230 milioni di euro nel 2018, per il finanziamento di misure per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti; a seguire ulteriori 30 milioni di euro, ad inizio 2020, a seguito del conferimento di risorse dal PON “Inclusione” del Ministero del Lavoro; l’ultima integrazione è di metà 2020: 50 milioni di euro giunti nell’ambito di una revisione del Programma dovuta all’emergenza Covid – 19.
La crisi globale causata dalla pandemia da Covid-19, ha messo in evidenza la «grande capacità delle organizzazioni criminali di adattarsi alle nuove situazioni» e infiltrare il tessuto economico-sociale, ad esempio ponendosi come un welfare alternativo a quello legale presso le famiglie in difficoltà.
Da questo punto di vista c’è la preoccupazione che i fondi dal Recovery fund siano nelle mire delle mafie, ha osservato il ministro, ricordando che si sta «lavorando intensamente» su questo fronte, come dimostrano le 700 interdittive antimafia adottate dai prefetti nei soli primi 5 mesi del 2021, e l’aumento di questi provvedimenti dai circa 1.500 del 2019 agli oltre 2.200 del 2020.
In questo quadro «c’è l’urgenza che i ristori arrivino immediatamente», fermi restando i controlli di legalità con la possibilità – all’esito degli accertamenti – di intervenire per recuperare le somme, ha ricordato la titolare del Viminale citando i protocolli stretti in questo senso con Sace e Agenzia delle Entrate.
La ripresa dell’Italia dopo la pandemia non può che avvenire in un quadro di legalità, e in quest’ottica si lavora sia attraverso l’organismo di monitoraggio sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale creato nel 2020, sia attraverso i progetti finanziati dal PON Legalità in particolare nel Mezzogiorno, «territorio particolarmente fragile» che richiede interventi specifici.
Il Pon Legalità è infatti, come ha ricordato l’autorità di gestione Sempreviva, uno strumento «che serve a rafforzare le condizioni di sicurezza e legalità nelle aree più svantaggiate del nostro Paese». Si tratta di «un unicum nel panorama comunitario delle politiche di coesione» che l’Italia ha a disposizione per garantire la legalità, «valore primario della nostra democrazia” che, come tale, «non può scontare variabili a seconda del contesto sociale di riferimento».
Rimane fondamentale, ha ribadito il ministro Lamorgese, il «lavoro di squadra» tra Stato, magistratura e Forze di polizia, supportate dal Pon Legalità in particolare nell’implementazione dell’innovazione tecnologica, come ha ricordato il capo della Polizia Lamberto Giannini, spiegando come questo permette alle pattuglie sul territorio di «accedere alle informazioni in tempo reale», con uno scambio costante dei dati con le sale operative «moltiplicando così l’efficacia dei controlli e della prevenzione».FacebookTwitter
Si è aperta questa mattina al Tribunale di Palermo l’udienza preliminare a carico di 13 imputati, destinatari della richiesta di rinvio a giudizio nell’abito dell’operazione Alastra con le accuse a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata.
Di fronte al Gup, sono state presentate 19 costituzioni di parti civili tra le quali quelle di “Sos Impresa – Rete per la legalità Sicilia”, Acis Sant’Agata Di Militello – Nebrodi, rappresentate entrambe dall’avvocato Salvatore Mancuso, “Sos Impresa” Palermo, con l’avvocato Maria Luisa Martorana, e alcuni imprenditori parti offese nel procedimento con la rappresentanza degli avvocati Fausto Amato e Angelo Tudisca.
Tra le richieste di costituzione di parte civile anche quelle di numerose associazioni tra cui la palermitana Addio Pizzo ed il comune di Castel Di Lucio. Il Gup ha quindi aggiornato l’udienza al prossimo 10 giugno per esprimersi, oltreché sull’ammissione delle parti civili, anche sulle richieste di riti alternativi avanzate dai legali delle difese.
All’udienza preliminare erano presenti il vice presidente nazionale di “Sos Impresa – Rete per la legalità” Pippo Scandurra, ed il presidente dell’Acis di Sant’Agata Di Militello Giuseppe Foti, coordinatore regionale di Rete per la legalità.
“La costituzione di numerose parti civili è sempre un segnale significativo di presenza sul territorio al fianco delle vittime di racket e usura – ha commentato Scandurra –. L’auspicio importante è che comunque le associazioni siano vive sui territori di appartenenza accompagnando concretamente e fattivamente gli imprenditori nel difficile percorso della denuncia e dell’affrancamento dall’oppressione della criminalità”.
Si può considerare senza timore di smentita uno dei più grossi processi per mafia che si celebra negli ultimi anni dal momento, seguito all’arresto di 11 persone ritenute a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento di beni, corruzione, atti persecutori, furto aggravato e danneggiamento da parte di alcuni esponenti della famiglia mafiosa di San Mauro Castelverde. Un processo scaturito dall’ inchiesta “Alastra” , portata a termine dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, le cui indagini sono state seguite dal pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca.
Venerdì 4 giugno, al Tribunale di Palermo, la prima udienza durante la quale a costituirsi parte civile a fianco di 4 vittime saranno il Coordinamento siciliano di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, Soso Impresa Palermo”e l’associazione antiracket “ACIS” di Sant’Agata di Militello. A rappresentarle ci saranno: il vice presidente vicario nazionale di “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, Pippo Scandurra, il presidente dell’Acis e coordinatore regionale, Giuseppe Foti; il presidente di “Sos Impresa Palermo”, Matteo Pezzino. A costituirsi parte civile saranno anche alcuni comuni del messinese.
«Le vittime provengono dalla provincia di Messina e di Palermo – afferma Scandurra – ed erano già socie della nostra associazione. Insieme a noi ci saranno tutti i coordinatori provinciali della Sicilia che si costituiranno parte civile attraverso i nostri legali. Quando saranno sentiti come testimoni i nostri imprenditori, riempiremo l’aula del tribunale con la presenza di tutte le nostre 15 associazioni antiracket che fanno parte del Coordinamento siciliano di “Sos Impresa – Rete per la Legalità” a sostegno dei nostri colleghi».
Un importate processo, dicevamo, perché a essere arrestati sono stati i componenti della famiglia Farinella, considerati i cervelli della mafia in Sicilia, il suo braccio economico, padroni di numerosi alberghi in Italia, uno dei più grandi della Sicilia. Una struttura alberghiera nella quale si sono celebrati eventi di una certa importanza, per esempio i matrimoni di noti mafiosi.
È, dunque, una tappa importante, la prima udienza di venerdì 4 giugno, che vedrà le associazioni antiracket che fanno capo al Coordinamento siciliano di “SOS Impresa – Rete per la Legalità” fare fronte comune accanto alle vittime, imprenditori che credono nella possibilità di crescita della Sicilia attraverso un’imprenditoria sana e onesta.