La sicurezza è un fattore fondamentale e strategico perché incide sulla crescita del Paese. Ne è convinta il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, intervenuta oggi all’evento annuale 2021 del Pon Legalità 2014-2020 sul tema “La sfida italiana ed europea per la crescita sociale ed economica del Paese”, organizzato online con il Corriere della Sera. Tra i partecipanti, anche il capo della Polizia Lamberto Giannini e il vicecapo della Polizia e autorità di gestione del PON Maria Teresa Sempreviva.
L’evento annuale del PON Legalità: “La sfida italiana ed europea per la crescita sociale ed economica del Paese” realizzato in collaborazione con il Corriere della Sera, è stato l’occasione per fare il punto sullo stato di attuazione del Programma Operativo Nazionale in un anno particolarmente difficile per l’Italia a causa della crisi globale provocata dalla pandemia da Covid-19.
L’innovazione tecnologica a supporto dell’attività quotidiana delle Forze di Polizia. Il rapporto fra sicurezza e arte come leva per il risanamento economico e sociale dei territori. Il valore dei progetti di recupero e reinserimento sociale per affermare il modello culturale della legalità presso i minori delle aree svantaggiate. L’impegno straordinario delle Forze di Polizia nel contenimento della pandemia, sostenuto anche dal PON “Legalità” con stanziamenti dedicati.
Fiorenza Sarzanini, Vicedirettore del Corriere della Sera, ha affrontato questi temi con Maria Teresa Sempreviva, Vice Capo della Polizia e Autorità di Gestione del PON Legalità, Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura – MiC, Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza. I lavori sono stati conclusi dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
Nel corso del dibattito sono stati ripercorsi i tratti salienti del Programma Operativo Nazionale che ha come obiettivo principale il rafforzamento delle condizioni di legalità nelle aree più arretrate del Paese. Il PON Legalità, infatti, opera in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, ma in maniera residuale anche sul resto del territorio nazionale per le esigenze legate all’accoglienza dei migranti e per sostenere l’impegno delle Forze di Polizia, dei Vigili del Fuoco e delle Prefetture nel contenimento della pandemia.
Per dare alcuni numeri: il Programma, la cui conclusione è fissata al 31 dicembre 2023, dal 2014 ha assorbito il 97,5% della propria dotazione economica – pari a 692 milioni di euro circa – con 324 progetti finanziati, per un controvalore di 675 milioni di euro
Una dotazione finanziaria che è stata progressivamente integrata nel tempo. A quella iniziale di 380 milioni di euro, dell’ottobre 2015, sono stati infatti aggiunti dapprima 230 milioni di euro nel 2018, per il finanziamento di misure per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti; a seguire ulteriori 30 milioni di euro, ad inizio 2020, a seguito del conferimento di risorse dal PON “Inclusione” del Ministero del Lavoro; l’ultima integrazione è di metà 2020: 50 milioni di euro giunti nell’ambito di una revisione del Programma dovuta all’emergenza Covid – 19.
La crisi globale causata dalla pandemia da Covid-19, ha messo in evidenza la «grande capacità delle organizzazioni criminali di adattarsi alle nuove situazioni» e infiltrare il tessuto economico-sociale, ad esempio ponendosi come un welfare alternativo a quello legale presso le famiglie in difficoltà.
Da questo punto di vista c’è la preoccupazione che i fondi dal Recovery fund siano nelle mire delle mafie, ha osservato il ministro, ricordando che si sta «lavorando intensamente» su questo fronte, come dimostrano le 700 interdittive antimafia adottate dai prefetti nei soli primi 5 mesi del 2021, e l’aumento di questi provvedimenti dai circa 1.500 del 2019 agli oltre 2.200 del 2020.
In questo quadro «c’è l’urgenza che i ristori arrivino immediatamente», fermi restando i controlli di legalità con la possibilità – all’esito degli accertamenti – di intervenire per recuperare le somme, ha ricordato la titolare del Viminale citando i protocolli stretti in questo senso con Sace e Agenzia delle Entrate.
La ripresa dell’Italia dopo la pandemia non può che avvenire in un quadro di legalità, e in quest’ottica si lavora sia attraverso l’organismo di monitoraggio sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale creato nel 2020, sia attraverso i progetti finanziati dal PON Legalità in particolare nel Mezzogiorno, «territorio particolarmente fragile» che richiede interventi specifici.
Il Pon Legalità è infatti, come ha ricordato l’autorità di gestione Sempreviva, uno strumento «che serve a rafforzare le condizioni di sicurezza e legalità nelle aree più svantaggiate del nostro Paese». Si tratta di «un unicum nel panorama comunitario delle politiche di coesione» che l’Italia ha a disposizione per garantire la legalità, «valore primario della nostra democrazia” che, come tale, «non può scontare variabili a seconda del contesto sociale di riferimento».
Rimane fondamentale, ha ribadito il ministro Lamorgese, il «lavoro di squadra» tra Stato, magistratura e Forze di polizia, supportate dal Pon Legalità in particolare nell’implementazione dell’innovazione tecnologica, come ha ricordato il capo della Polizia Lamberto Giannini, spiegando come questo permette alle pattuglie sul territorio di «accedere alle informazioni in tempo reale», con uno scambio costante dei dati con le sale operative «moltiplicando così l’efficacia dei controlli e della prevenzione».FacebookTwitter