Armi ritrovate a Randazzo, Scandurra: “Ancora un’importante attività dei Carabinieri per liberare quelle zone dall’oppressione dei clan”

L’Associazione “Sos Impresa – Rete per la Legalità”, rappresentata dal Vice Presidente Nazionale Giuseppe Scandurra con il Coordinamento regionale siciliano e le associazioni del territorio, esprimono profonda gratitudine per l’ennesima importante attività investigativa posta in essere dai Carabinieri e dalla Procura di Catania che ha portato al rinvenimento di alcune armi, in particolare due fucili con matricola abrasa, occultati in un terreno di Randazzo ritenuto nella disponibilità del gruppo mafioso dei Sangani, appartenente al clan Laudani. 

Si tratta di un’area, in cui l’attenzione sempre alta della Magistratura e la presenza costante delle Forze dell’Ordine è fondamentale per ribadire la vicinanza dello Stato ad una comunità che purtroppo negli anni hanno dovuto subire il trauma di gravissimi fatti delittuosi come quelli del 1993 con gli omicidi di Randazzo. 

“Sos Impresa – Rete per la Legalità” con le proprie associazioni sul territorio continuerà dunque ad essere a fianco del tessuto imprenditoriale locale che, con grandi sacrifici ed il coraggio della denuncia, come dimostra la recente operazione “Terra Bruciata”, sta cercando di affrancarsi definitivamente dall’oppressione della criminalità. 

Operazione “Terra Bruciata”, Scandurra: “Una ventata di aria pulita, grazie a Carabinieri e Magistratura”

“Arriva una ventata di aria pulita in un territorio purtroppo a lungo condizionato dalla presenza della criminalità organizzata che ha impedito di respirare a numerosi imprenditori e famiglie oneste”. Lo afferma Giuseppe Scandurra, Vice Presidente Nazionale di Sos Impresa – Rete per la Legalità, commentando l’operazione “Terra Bruciata” che all’alba di oggi ha visto l’esecuzione da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catania di misure cautelari nei confronti di oltre 30 indagati accusati tra l’altro di associazione di tipo mafioso, estorsione ed associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. 

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea, ha consentito di disarticolare i componenti del gruppo mafioso dei Sangani, operante nella zona di Randazzo, inquadrato nel clan Laudani. 

“Si tratta di un pesantissimo colpo inferto dallo Stato nei confronti di chi per anni, come documentato dagli inquirenti, ha esercitato un asfissiante e capillare controllo del territorio ai danni di attività economiche della zona – aggiunge Scandurra – i cui titolari venivano intimiditi con minacce e danneggiamenti per sottostare al pagamento del pizzo. 
Proprio a quegli imprenditori, come coordinamento nazionale e regionale di Sos Impresa – Rete per la Legalità e con le nostre associazioni antiracket operanti sul territorio, vogliamo ribadire la vicinanza della nostra associazione, pronta a sostenerli ed accompagnarli nel loro percorso, con la certezza che solo il coraggio della denuncia può contribuire a recuperare la libertà perduta. 

Un grazie infine va alla Magistratura ed Carabinieri che con questa operazione hanno ridato un po’ di serenità a comunità che purtroppo negli anni hanno dovuto subire anche il trauma di gravissimi fatti delittuosi come quelli del 1993 con gli omicidi a Randazzo”.